Infedeltà coniugale: cosa fare se il partner ti tradisce

Infedeltà coniugale: cosa fare se il partner ti tradisce

Infedeltà coniugale è un problema che può colpire chiunque, esiste da secoli ed è un fenomeno con fortissima caratterizzazione socio-culturale, nel senso che si esplica con modalità differenti in relazione all’area geografica e alla cultura di un determinato popolo.

In sintesi l’infedeltà coniugale è la mancanza di fedeltà affettiva, sentimentale o sessuale in un rapporto di coppia esclusivo, ossia nell’ambito del rapporto matrimoniale tra i coniugi.
Il suo concetto morale varia a seconda dei contesti storici e sociali.
Ancora oggi alcuni ordinamenti giuridici la perseguono come reato, in alcuni casi estremi anche con la lapidazione, ad esempio in molti paesi arabi.

Anche in Puglia l’infedeltà coniugale è uno dei problemi che spingono molte persone ad ingaggiare un investigatore privato, infatti l’indagine per infedeltà coniugale è uno dei servizi più richiesti alla IURIS INVESTIGAZIONI, agenzia investigativa che si occupa di investigazioni private in Puglia.

Le agenzie investigative si occupano spesso di tali problematiche, tanto che secondo il saggio consiglio dell’investigatore privato, ci sarebbero alcune cose che il partner che sospetta di essere stato tradito dovrebbe fare, ed altre che non dovrebbe assolutamente fare.

Cosa fare o non fare in caso di tradimento coniugale

Mai, in nessun caso, il partner che sospetta di essere vittima di un tradimento coniugale dovrebbe intraprendere indagini “fai da te”, ossia pedinare, spiare, registrare il presunto traditore.

Questi comportamenti potrebbero sfociare facilmente nell’illegalità, vanificando gli sforzi, rendendo il traditore più attento alle sue mosse, essere causa di denunce e sanzioni.

Il partner tradito dovrebbe sin da subito ingaggiare un investigatore privato, professionista che opera nella totale legalità e riservatezza, essendo stato autorizzato dal Prefetto per svolgere le sue indagini investigative.

Cosa rischia il coniuge che tradisce?

L’infedeltà coniugale non ha come conseguenza solo l’addebito della separazione, ossia i costi processuali, potrebbe invece comportare anche il riconoscimento di un danno morale subito dal coniuge tradito e quindi l’obbligo di corrispondere un risarcimento a seconda del tipo di lesione provocata.

Come si prova il tradimento, il danno, la sofferenza a seguito del fatto?

Grazie all’investigatore privato che è in grado di fornire prove certe, concrete, utilizzabili in sede di processo per far valere le ragioni del partner tradito.

Molte volte il partner tradito si sfoga non sul traditore ma sull’amante, con comportamenti a volte persino violenti, atteggiamenti da evitare assolutamente per non incorrere in gravi problemi giudiziari.

Va appunto ricordato che il tradimento è un illecito che compie solo il coniuge sposato e che l’amante non ha alcun obbligo di fedeltà, né di preservare la fedeltà altrui.

Nel nostro ordinamento giuridico viene tutelata la piena libertà di scelta nell’ambito delle relazioni sentimentali, quindi non è possibile in alcun modo impedire a una persona di intraprendere una relazione sentimentale con un uomo o una donna già sposati, sta a questi ultimi rifiutare nel rispetto degli obblighi di fedeltà sanciti dall’art 143 del nostro Codice Civile.

Pertanto, non si potrà agire contro l’amante neanche nel caso in cui la sua condotta abbia comportato il divorzio della coppia, a meno che non si provi una condotta denigratoria nei confronti del partner tradito. In tal caso, si può querelare l’amante per il reato di diffamazione

Visto che lo abbiamo citato è giusto ricordare cosa afferma e sancisce il codice civile nei riguardi del rapporto di fedeltà tra i coniugi:

Art. 143.

Diritti e doveri reciproci dei coniugi.

Con il matrimonio il marito e la moglie acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri.

Dal matrimonio deriva l’obbligo reciproco alla fedeltà, all’assistenza morale e materiale, alla collaborazione nell’interesse della famiglia e alla coabitazione.

Entrambi i coniugi sono tenuti, ciascuno in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale o casalingo, a contribuire ai bisogni della famiglia.